domenica 27 dicembre 2015

Obiettivo zero rifiuti: tasca impermeabile porta costume

La normativa italiana ha eliminato i sacchetti di plastica per la spesa. Quasi. Insomma i supermercati usano quelli in materiale bioplastico (ma non per frutta e verdure). Altri negozi usano i sacchetti di carta. Ma capita ancora di ricevere sacchetti di plastica quando si fa un acquisto. In genere sono sacchetti piccoli oppure grandissimi, colorati, di plastica abbastanza consistente. A parte declinare gentilmente l'offerta (e utilizzare un sacchetto di tessuto), si può pensare a come riutilizzarli.
Io li uso per le copertine di mini quaderni ma in questo caso, vista la rigidità della plastica ho pensato di cucire una bustina con cerniera. Per il cambio costume in piscina o in spiaggia. E per tutte quelle volte che ho bisogno di qualcosa di impermeabile per non impiastricciare la borsa.


mercoledì 23 dicembre 2015

Riciclando: una tasca magnetica per biglietti da visita

Conservo tutti i bigliettini da visita e, a parte il risvolto pratico, questa è un'altra delle mie piccole manie. Li attacco sul frigo con le calamite, così sono a portata d'occhio. Però stavano diventando veramente tanti rispetto le calamite.
Fare una taschina per contenerli è facile. Basta un pezzo di cartoncino, anche di recupero, ripiegato e pinzato ai lati.


Così per tutti i bigliettini da visita è sufficiente una calamita che regga la tasca ^_^


lunedì 21 dicembre 2015

Lista #16: Le 2 canzoni urlate che preferisco

L'urlo è liberatorio. Non a caso se ci si spaventa, si urla; se si esulta, si urla; se si è disperati -a volte- si urla...
Io non sono una buona urlatrice, non lo faccio mai, mi sento troppo stridula.
Però mi piacerebbe urlare -ogni tanto-, ma urlare bene, urlare profondo e incisivo, urlare tanto da buttare fuori tutto, fare un decluttering di sensazioni.
Oppure urlare una canzone.
Urlare e rimanere intonati è difficile -dice il saggio- ma qualcuno ci riesce.
Finora sono a conoscenza di sole due canzoni urlate e, secondo i miei gusti, particolarmente ben riuscite (ma tenete conto che la mia memoria è farlocca e la lista potrebbe anche allungarsi):

Child in Time
Deep Purple 1970 su Deep Purple in Rock 

Dentro Marilyn
Afterhours 1995 su Germi
(prima versione in inglese su During Christine's Sleep, 1990, ma senza urlo)


Adesso è il momento buono per ascoltarle a massimo volume. 
In cuffia se volete godervele, in cassa se non volete farvi sentire dai vicini mentre intonate il vostro urlo personale.


venerdì 18 dicembre 2015

Come riciclare un portafogli

Sempre per la serie strani ritrovamenti, questo borsellino (in tessuto plastificato???) fa parte di un set con borsa (che mia madre usa per il lavoro a maglia), probabilmente un omaggio di un non idenficato acquisto.
La fantasia non è male, il tessuto plastificato è un po' boh, ma il difetto più grande è la mancanza di una qualche zip che chiuda un comparto anche piccolo. In pratica c'è una tasca grande e due più piccole laterali. E basta. Avevo pensato di aggiungere una cerniera, ma non è così semplice.
Così, nel frattempo che ci penso, ho deciso di usarlo come copertina di un quaderno, fatto su misura semplicemente con fogli a quadretti e un cartoncino cuciti insieme, usando le tasche laterali più piccole per inserire la copertina in cartoncino.

L'utilità: tenere i conti e sfruttare la tasca più grande per conservare gli scontrini.


giovedì 17 dicembre 2015

Una borsa di pelle è per sempre (o quasi)

Vi do un consiglio: se dovete comprare o farvi regalare una borsa, che sia di pelle vera. Avrà una durata pressochè eterna. Anche meglio compratela usata, recuperatela dal baule della nonna o rubatela a vostra madre. Il massimo che dovrete fare sarà sostituire la fodera che ha, quasi sempre, una durata mooolto più breve.
Ecco, mia madre in fatto di borse ha buon gusto. O forse, più semplicemente i miei gusti coincidono con i suoi ;-P
E questa qui sotto, sono stata io, usandola, a rovinarla e sfilacciare la fodera, ma nonostante tutto è sempre una delle mie favorite ^_^

Il processo per sostituire la fodera di una borsa non è particolarmente complicato, basta andare con ordine. Sicuramente non è brevissimo e bisogna fare un pò di attenzione.
Detto questo, procediamo.
1) Scucite la vecchia fodera dalla borsa e poi nelle sue singole componenti. Nel mio caso erano una parte diciamo frontale, un retro e una parte lunga per il fondo e i lati, più la cerniera e la taschina come si vede in foto (con ulteriore cernierina).

2) Stirate ogni pezzo della vecchia fodera sul tessuto per la nuova fodera e ritagliate i pezzi dal nuovo tessuto.

3) Qui si arriva ad un bivio: io NON sono una sostenitrice dell'imbastitura. La maggiorparte delle volte, per me, è sufficiente stirare e spillare bene, ma certe cose vanno imbastite. Sopratutto quando le parti da cucire fanno delle curve, armatevi di pazienza e anche se siete pigrone come me, imbastite i pezzi. Il lavoro finale sarà molto più semplice, veloce e sopratutto preciso. Se c'è una taschina interna, assemblate prima le parti della taschina e unitela alla fodera.

4) Una volta ripassata a macchina l'imbastitura e cucita la cerniera alla fodera, arriva il bello O_O
Il cuoio è un materiale non facile da cucire. Perchè il risultato finale sia buono, quasi sicuramente, non si potrà utilizzare la macchina ma si dovrà cucire a mano la fodera sul bordo in pelle, utilizzando un filo in tinta di apposito diametro e avendo cura di centrare i fori già presenti della precedente cucitura.

Le "tecniche" sono sostanzialmente due: cucire normalmente ma rischiare una cucitura irregolare nella parte interna oppure, per avere un maggiore controllo, fare una specie di doppia imbastitura ripassando due volte sempre centrando i buchi già presenti sul bordo in pelle.

Et voilà il nuovo interno di Le Sac Jorgette (è il nome di questa borsa, e a proposito se qualcuno ha info su questo vecchio marchio può farmi sapere qualcosa? Grazie!):

n.b. la taschina in questo caso è del tipo aperta sulla fodera e non cucita sulla fodera. Per riprodurla ho segnato l'apertura facendo coincidere la nuova con la vecchia fodera e praticando il taglio. Dopo il taglio del tessuto ho ripiegato all'interno i bordini con l'aiuto del ferro. Sempre prendendo a modello la vecchia taschina ho ricavato le parti nuove utilizzando lo stesso tessuto usato per tutta la fodera (in genere per queste tasche si utilizza un tessuto più molle e meno resistente).

giovedì 10 dicembre 2015

Riciclando: mini set per il cucito

Anche se si potrebbe far rientrare nelle azioni di "obiettivo zero rifiuti", volevo prendermi una pausa dai progetti mirati e fare qualcosa di divertente ed estemporaneo.
Così è nato il mini set per il cucito: recuperando una scatolina regalo di un gioiello, alcuni minirocchetti di filo colorato e un paio di piccolissime forbici che non tagliano.

 Le finte forbicine sono semplicemente incollate a decorare - ma anche per dare un'idea del contenuto- nella parte esterna del coperchio. All'interno trovano alloggio gli aghi e, come piccoli tesori, sotto i lembi della scatola i rocchettini.

Tutto qui!



lunedì 7 dicembre 2015

Obiettivo zero rifiuti: mini block notes

Sistemate la maggiorparte delle gioie a pezzi e pezzettini, nel settore brico rimangono comunque diverse voci da riorganizzare. Inizio da due mie passioni: il cartoncino rigato color marrone e i mini avanzi del cucito.

Dunque per le maniache della cartoleria come me ecco i nuovi block notes da tenere in borsa fatti riciclando l'interno in cartone dei pacchi di crackers e pezzetti di nastri e tessuti.
In pratica questo riciclo abbraccia sia il settore brico che quello cucito sia come materiali che come strumenti utilizzati.






Materiali:
-cartoncino
-piccoli pezzi di tessuto
-nastrini
-cartoncino
-fogli bianchi o a quadretti
-bottoni
-pezzi di mappe
-cartoncino colorato
e chi più ne ha.... liberate la fantasia!














Come si fanno?
Fissando pezzetti di stoffa e di nastro con ago e filo o con l'aiuto della macchina da cucire. Sempre con la macchina fissare i fogli (attenzione: meglio tenere bassa la pressione del piedino e non esagerare con il numero di fogli!). Potrebbero essere utili anche: la colla a caldo (per le decorazioni come il coniglio) e il nastro biadesivo (per tenere fermi i pezzetti di tessuto durante la cucitura).

nb: l'intruso con il coniglio è una dedica personale ad un'amica

Buon Riciclo!

sabato 5 dicembre 2015

Obiettivo zero rifiuti: una collana al giorno fase I

Uno degli obiettivi intermedi riguarda una mia antica fissa per i bijoux. Si comincia riciclando pezzi già presenti e si finisce acquistando di tutto un po'. Poi la passione va scemando, si intraprendono altre attività, cambiano gli stimoli creativi e, gli acquisti, ma anche i regali e le cose trovate, si accumulano inesorabilmente dentro vari contenitori.
Inoltre di tutte le cose che ho, uso si e no un terzo, alternando fasi no-gioiello a fasi sovraaccessoriate, momenti in cui mi piacciono le cose vistose a momenti in cui un filo discreto di collana basta e avanza.
Per citare questo blog carinissimo (http://www.wanderingwil.com/)

"La ricerca della felicità non è altro che un grosso problema da risolvere, composto da quattro fasi distinte: trovare tutto il necessario, farlo nostro, trovare tutto il superfluo, eliminarlo."

L'obiettivo in questo caso era ridurre i materiali sparsi assemblando&creando (un grosso aiuto viene da ispirazioni infernettiane), ridurre i pezzi selezionando cosa tenere e cosa no.
La prima fase dunque ha visto la paziente esplorazione dei materiali a disposizione, la scelta, la progettazione e infine la realizzazione.
a sinistra legno + metallo, a destra semi

a sinistra perline + metallo, a destra semi + legno + metallo

a sinistra resina + metallo, a destra resina + legno + metallo

Ho scelto le collane anche perchè la maggior parte dei pezzi sono di grandi dimensioni e ho usato due strategie:
-quella di riunire fili di perline già realizzati in collane multifilo come avevo già fatto qui, e quindi ridurre i pezzi e creare la novità
-l'altra di riunire materiali, forme e colori anche diversi, anche in modo assimmetrico riducendo i materiali sparsi e i pezzi mai usati.
Alcuni dei risultati sono quelli nelle foto. Per quanto riguarda i contenitori la situazione iniziale non è cambiata tanto in termine di spazi occupati ma dal contenuto degli spazi. Inizialmente erano pieni di pezzi sparsi, non usati, non assembalti: una cassetta degli attrezzi, un ex contenitore di tinta muraria, un cestino, 1 scatola di legno grande e diverse scatoline in metallo e cartone. Adesso i pezzi sparsi sono contenuti nei primi due (e riesco a chiuderli). Negli altri contenitori ci sono le cose assemblate (ben 10  collane negli ultimi 10 gg)!

La seconda fase richiede un tempo un po' più lungo e consisterà nel tenere solo il necessario, pochi pezzi selezionati a cui sono affezionatissima. Difficile eh?


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venerdì 4 dicembre 2015

L'unico modo per tenere in ordine è tenere in ordine: obiettivo zero rifiuti

Avete presente tutte quelle belle case che si vedono sulle riviste e nei blog? Vissute ma non incasinate. Piene di oggetti ma non disordinate. Luminose, pulite, accoglienti e calde. Un sogno. Il sogno. Case come quelle di http://casachaucha.com.ar/ intendo!

Come si fa ad arrivare a livelli di organizzazione che possano conciliare la vita e l'estetica in una casa normale, vissuta, dove si cucina, ci si cambia d'abito e si è "un po'" disordinati?
Io inizierei dallo stabilire un posto per ogni cosa. Ho cominciato qualche tempo fa ma si può dire che sono a metà dell'opera. Se devo pensare in maniera ottimista.
In genere preferisco ordinare le cose per tipologia e materiale, ma con la capacità di accumulo che mi ritrovo a volte gli spazi non bastano.
A quel punto l'unica cosa da fare è ridurre.
Si può ridurre in molti modi. In genere io tendo a riempire contenitori e metter via,  ma a volte l'unico modo per ridurre è avviare i materiali e gli oggetti alla raccolta differenziata.
La verità è che prima di eliminare per sempre qualcosa dalla nostra vita è bene domandarci se possiamo farne qualcosa. O qualcos'altro :-D. E farlo!
In pratica l'unico modo per tenere in ordine è tenere in ordine. Darmi delle regole, stabilire gli obiettivi. E magari anche i tempi.
Prima di partire con le soluzioni è bene però analizzare a fondo il dilemma. E porsi delle domande.


 Composizione di: barattoli olive, bicchiere, lumino, fiori finti di bomboniere, pezzo di spiedino in legno, parti interne di scatola portabottiglie


Ad esempio, dove concentro il disordine? Cosa accumulo e perchè? Cosa posso realizzare con materiali e oggetti di rifiuto?
Le risposte a queste poche domande mi danno una traccia da cui partire.
Il mio disordine è abbastanza ben distribuito ;-P, riesco a concentrare piccole aree ordinate in genere dentro contenitori, cassetti, ripiani e mensole.
Accumulo materiali e oggetti in disuso/guasti/di rifiuto perchè penso che potranno servire a qualcosa.
Ho alcuni progetti base e altri estemporanei per ottenere: cose utili (cose che hanno un'utilità a lungo termine, in genere hanno bisogno di un progetto ben studiato e tempi di esecuzione lunghi ad esempio i cassetti del tavolo del cucito); cose decorative (cose che hanno uno scopo decorativo, possono avere vita più o meno lunga: bijoux, quadri fatti con la carta dei sacchetti, composizioni); surrogati (cose che sostituiscono oggetti di cui abbiamo necessità, eliminando almeno temporaneamente la necessità di spesa ad esempio il sottopentola fatto con i rotoli di scottex, il cubo portabiancheria)

Le regole
-ordinare le cose per tipologia e materiale, partendo da piccole aree ed estendendo attorno a queste;
-tenere le superfici sgombre;
-tenere solo cose che altrimenti dovrei acquistare (come le imbottiture) o costruire (come i cassetti) e cercare di essere rapida nelle realizzazioni (ma in generale son lenta più di una lumaca);
-ridurre gli imballaggi all'acquisto (e le conseguenti tentazioni di riciclo che causano accumulo):
tenere sempre una sacca di stoffa ben piegata nella borsa (o in alternativa una cosa così), comprare la carne dal macellaio (che la avvolgerà nell'apposita carta e non nelle vaschette*), il pesce al mercato e le verdure dal riventitore piccolo o dal produttore. Non significa smettere di acquistare al supermercato (del resto anche li lavorano esseri umani) ma semplicemente ridurre;
-ridurre i pezzi utili ma sparsi per casa completando progetti, assemblando, scoprendo nuovi usi ecc ecc;
-ridurre i pezzi inutili avviando i materiali alla raccolta differenziata, evitando accumuli e ricordando che tutto può essere utile ma non necessariamente tutto è effettivamente utile.

La mia lista di obiettivi:
(1) zona brico: collane, perle e perline, chincaglierie: attualmente occupano diversi contenitori; materiali vari di rifiuto riciclabili (plastica, carta, imbottiture poliestere, contenitori e stoviglie, RAEE, legno ecc);
(2) settore cucito tessuti, pellame, lacci, parti metalliche recuperabili, cerniere;
(3) un posto per ogni cosa, ogni cosa al suo posto: cucina, bagno, organizzazione armadio (abbigliamento, accessori, cambi invernali, biancheria);
(4) individuare e allestire aree per attività secondo necessità: piano d'appoggio, luce aggiuntiva, attrezzi e materiali a portata di mano e d'occhio.

In sostanza, in varie fasi, si vedrà la trasformazione di alcune aree della mia casa e contestualmente la produzione di alcuni manufatti. Oppure il risultato ottenuto in tempi più o meno lunghi in aree della casa già sistematizzate.

Del resto questo blog è un po' come la mia casa e la mia vita: ha la necessità, in questo preciso momento, di creare spazi definiti di creatività. Per questo motivo anche in questa piccola virtual-home potrebbero vedersi dei cambiamenti...

*in realtà le vaschette di polistirolo hanno un impiego mooolto divertente di cui parlerò prossimamente...

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mercoledì 25 novembre 2015

Collana multifilo 3 in 1

Circa 6 anni fa ho iniziato a comporre orecchini e collane. Dapprima ho aggiustato quelle di mia madre, poi ho recuperato perline per fare orecchini e, infine, ho cominciato ad acquistare collane da smontare e trasformare, perle e perline singole. Cestini, cassette e scatoline traboccano di chincaglierie accumulate che di tanto in tanto smonto e rimonto. Molte le ho regalo ed altrettante le ho tenute. Fatta eccezione per quelle 4 cose amate di un amore viscerale, tutto il resto però, se non in vista, tende ad essere dimenticato. Con 5 minuti e l'aiuto di un paio di pinze, 3 semplici collane di perline infilate possono diventare un collanone per il prossimo inverno ^_^

Nessuna collana viene modificata: le collane laterali si uniscono alla parte superiore della collana centrale utilizzando gli anellini e le maglie della catena.
I moschettoni di chiusura delle 2 collane laterali si agganciano agli anelli della parte centrale.


L'ultima modifica infine riguarda la lunghezza: con l'aggiunta di una decina di cm di catena la collana cade all'altezza che preferisco.
Con questo sistema, si ottengono collane più voluminose, volendo anche più invernali, che però all'occorrenza possono essere nuovamente separate.

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martedì 17 novembre 2015

Non si butta via niente: gelatina d'uva

And the winner is... il frigorifero! Dopo due mesi l'uva -regalo dei campi e di chi li ha coltivati-  è quasi perfettamente conservata.  Da tavola, sia bianca che rossa, gli acini hanno perso un pò di turgore ma in compenso nessun marciume. E però... qui nessuno mangia l'uva (motivo per cui è stata in frigo così a lungo). Quest'uva ha più di 2 mesi: butto l'uva. No, dai trovo un modo per utilizzarla.
Ideona: faccio la gelatina!
Non starò a dare ricette, dosi, tecniche e metodi, che su internet se ne trovano per tutti i gusti. Ma sarà che era la mia prima volta per me è stato un delirio.
Quindi riporto le mie fasi personali. Donna avvisata...
Prima fase -ovvio- ricerca di una ricetta internauta simpatica e apparentemente semplice.
Seconda fase: rivoluzione della ricetta, saltare/dimenticare qualche passaggio (ad esempio cose fondamentali come una prebollitura degli acini per facilitare l'estrazione del succo). 
Terza fase: mettere tutto sul fuoco e dopo mezzora... panico (e stare al telefono con la massima esperta di tua conoscenza). 
Quarta fase: aggiunta della mela (gelificante naturale, pare, insieme al limone). 
Quinta fase: scoprire che la pentola è troppo piccola e perdere metà del contenuto per ebollizioni sospette (avvenute per via dell'alternarsi di cazzeggio al computer). 
Sesta fase: decidere di porre fine al delirio, riempire e capovolgere il barattolo, tenerne un pò da parte per l'assaggio.
Settimana fase: scoprire, la mattina successiva, che anche capovolgendo il barattolo la gelatina rimane ferma dov'è con uno spazio sul fondo O_O. 
Ottava fase: osservazione ossessivo-compulsiva dell'assestamento del blob all'interno del barattolo. 
Nona fase: pensare già a nuove modifiche (riduzione dello zucchero, riduzione tempi di cottura ecc). Decima fase: spalmare uno spesso strato di burro e uno spesso strato di gelatina su una fetta biscottata e godersela!

Comunque, solo per scrupolo, riporto due dati a scopo puramente indicativo: da circa 2 kg di uva ho estratto 600 ml di succo. Ho usato 400 g di zucchero, un pentolino a fondo spesso e la polpa grattugiata di una mela, su fuoco basso per due ore. Potendo tornare sui miei passi userei 300 g di zucchero, una pentola più grande e ridurrei il tempo ad un'ora massimo.
Boa sorte


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venerdì 6 novembre 2015

L'orto sul davanzale

Se come me non avete un terrazzino, nemmeno minimo, potete sfruttare lo spazio sui davanzali. Ovviamente sarà tutto più striminzito e non necessariamente arriverete a vedere il frutto sulla vostra tavola ma veder crescere le piantine è uno spettacolo che già merita.
Per prima cosa io consiglio di non buttare via i semi degli ortaggi che mangiamo e interrarli invece nei vasetti (è un buon esercizio anche con i bambini che in genere si divertono un mondo a seminare).
Finora l'esposizione a nord-ovest, fresca ma abbastanza riparata, mi ha permesso di avere buoni risultati come semenzaio. Sul davanzale ho dato vita alle zucche che poi ho trapiantato ormai due anni fa, con un raccolto strepitoso. Ma le cucurbitacee, si sa, sono un sacco volenterose!
Attualmente ho delle piantine di peperone, la salvia, le patate e l'aloe (più il nespolo che devo assolutamente trapiantare in campo aperto e varie ed eventuali!)



Le patate sono la risemina di quelle nate in un vasetto dopo che avevo poggiato sulla terra un germoglio O_O, vediamo se stavolta con più spazio a disposizione riescono a crescere di più rispetto ad una biglia!! In genere le patate si seminano con il tempo fresco, e sono pronte per la raccolta in 3-5 mesi dopo la fioritura e a terreno asciutto (si considerano "mature" se la buccia non si stacca passando il dito).
Le piantine di peperone sono sempre frutto di semi di "recupero", mentre la salvia l'ho presa già così e l'aloe è un "figlio" della pianta che vive nel giardino condominiale.

Come già detto la posizione da buoni risultati come semenzaio, perciò ho deciso di provare, prossimamente, a seminare le insalate e il prezzemolo, come andra a finire??

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