venerdì 30 ottobre 2015

Le scarpe della donna con la valigia

Visto che si parlava di scarpe (in realtà di scarpiera) e di Drecescentio, ma anche per chiudere finalmente la saga della donna con la valigia, mi è venuta voglia di raccontare una storia senza lieto e senza fine.

Quando ho fatto il corso di decrescita, mi è piaciuto molto il senso di semplicità e di serenità. Del gruppo sicuramente, ma anche dei concetti. Chi è più scettico (ma non gli do torto, visto che in Italia hanno voluto aggiungere la parola felice, in molti partono dal presupposto che la decrescita sia di per se qualcosa di triste), vuole sapere se questa teoria non veda una riduzione dei consumi tale da incrinare gli equilibri economici e sociali e gettare il mondo nel caos.

mercoledì 28 ottobre 2015

La sentimentalista con la valigia: come declutterizzarsi per finta e vivere felici lo stesso

Ho già vaneggiato sul mio bisogno di sintetizzare in una valigia tutto o quasi l'armadio, sia per esigenze legate ai miei spostamenti, sia per una questione di riduzione.
E per stare bene negli abiti in mezzo ad altri senza sentirmi inadatta ogni volta che vado a mangiare fuori o per un evento particolare -leggi: matrimonio o cerimonie varie-.
E soprattutto, per non sentire l'eco di una frase che rimbalza nel mio cervello e che è la solita "non ho nulla da mettermi" assieme alla necessità impellente di "qualcosa di nuovo".
E poi bla, bla bla...
Al contrario, invece, sento la necessità di declutterizzarmi, di disfarmi di alcune cose, abiti, scarpe, che riempiono armadi e cassettiere ma non sento di possedere il vero coraggio per farlo.
Ho cercato di seguire regole e consigli ma il massimo che son riuscita a fare è trasferire...
Trasferire è una cosa che usano fare i disordinati: anzichè riordinare -operazione che talvolta include anche la riduzione degli oggetti in nostro possesso- trasferiscono il disordine da una stanza all'altra, da un mobile all'altro. L'effetto è soddisfacente e prendono tempo senza affrontare il problema.



Normalmente per disfarsi di un oggetto sarebbe sufficiente chiedersi se si è utilizzato almeno una volta negli ultimi 6 mesi (o un anno se è qualcosa di molto costoso). Però a volte capita di non usare delle cose per tempi lunghi...
Oppure porsi la domanda: se fosse in un negozio, lo comprerei?

martedì 27 ottobre 2015

Riciclando: scarpiera (da una cassetta della posta)

Ve la ricordate?
L'ho recuperata quando nella palazzina hanno cambiato la cassetta della posta. Un pò come i cassetti, viaggia ormai da un pò da una camera all'altra, da un posizione all'altra, da una funzione ad un'altra.
Questa è l'ultima trovata... e magari la mattina non inciamperò più O_O
 Tra l'altro dietro la porta sta bene e non ne ostacola l'apertura a libro.
Con gli sportellini poteva essere una perfetta scarpiera da 6 con apertura a ribalta (non per scarpe alte alla caviglia o oltre, però), ma gli sportellini originali erano tutti sgarrupati e mancavano le chiavi, quindi... va bene così!

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lunedì 26 ottobre 2015

(Sovra)-Ricamando

Mi viene in mente di iniziare con una risata :DDDDDDD

Per esorcizzare quello che non mi fa stare bene, quello che mi fa venire la tachicardia e l'ansia.

Una volta ho conosciuto una coppia spagnola, avevano rigato la macchina a noleggio, ma lui ha detto una frase -del padre- qualcosa come: se servono dei soldi per sistemarla è tutto a posto... detta meglio, ma che faceva capire che ci sono cose, quelle legate agli oggetti soprattutto, che si possono sempre sistemare.

E le altre? Si possono sistemare? L'ansia, la tachicardia? Probabilmente si, ma nel frattempo, con una piccola spesa in filo da ricamo si può sistemare questo ricamo.
Il ricamo rosso su nero non mi piace molto così sto sovra-ricamando con altri colori per dare un po'  di vivacità.
Un punto pieno mooolto pieno!
Con quanta facilità si sistema qualcosa di fisico, di tangibile, che non piace e con quanta difficoltà si cerca di fare lo stesso per qualcosa di emotivo. In comune, solo il bisogno di tempo...



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giovedì 22 ottobre 2015

Piccoli tesori nascosti: *di recupero*

Quando ero piccola, nei normali prodotti di consumo, ma soprattutto nei detersivi in polvere, c'erano sempre dei regalini. Andavano per la maggiore le calcolatrici a energia solare. Poi c'erano i cataloghi. Vestro, Postalmarket. Gli antenati dell'e-commerce. E anche con quelli arrivavano i regalini. A volte bambole in porcellana, a volte orologi da polso. Sono sicura di riuscire a trovare anche la bambola di porcellana ma per il momento, scava, scava ho trovato una calcolatrice e un orologio da polso.

Non sono entrambi dei piccoli tesori?


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martedì 20 ottobre 2015

Piccoli tesori nascosti: 3 vecchie cose bordeaux

Siccome sto rifamiliarizzando con i colori che pensavo di conoscere, non sono sicura che bordeaux sia il termine giusto ma è da quando ho fatto le elementari che mi piace scriverlo! Probabilmente è un po' retrò e in disuso ma visto che parliamo di tre vecchi oggetti ci sta che non usi terminologie da Pantone 2015...
Il termine vintage invece non mi piace molto anche se potrebbe essere quello più adatto per almeno due di questi oggetti.  L'obiettivo fondamentale è in fondo quello di rispolverare il fascino e l'utilità di questi 3 oggetti.

Il gilet
è il pezzo più recente e viene dagli anni '90.  Era mio, poi di mia madre e poi di nuovo mio. Ha una fantasia di piccoli fiocchi neri e siccome a volte ritornano, mi sta piacendo metterlo con una maglietta grigia e un pantalone nero.

L'utilità del rispolvero: è uno strato in più in questo autunno dalle temperature finalmente autunnali che si alternano al calore di belle giornate.

L'orologio da polso
Nell'era degli orologi Apple perchè verrebbe in mente di metterne al polso uno a carica manuale? Questo però è bellissimo per non farlo. Perfettamente conservato,viene dritto dritto dagli anni '70, ha il cinturino in pelle un pò rigida e il quadrante in acciaio con solo qualche graffietto.  E' di mia madre ma ogni tanto lo prendo in prestito.
E proprio l'indipendenza da una batteria (l'altro mio favorito è uno swatch che si carica con il movimento di chi lo indossa) è l'aspetto che più me lo fa apprezzare.

L'utilità del rispolvero: è vero che possiamo leggere l'ora nel telefonino ma vuoi mettere quell'occhiata discreta al polso?

La mini-sporta
Da quando l'Italia ha eliminato le buste in plastica "gratuite" e sono subentrate quelle in bioplastica a pagamento, si è nuovamente diffusa l'abitudine di portarsi almeno una sacca per contenere la spesa. Io in genere le tengo nel mobile dell'ingresso ma non sempre ricordo di portarle con me. Siccome però questa (buona) abitudine era diffusa anche anni fa -quando mia madre ad esempio mi mandava con un biglietto e una busta al negozio a fare la spesa- ecco che dagli anni '80 arriva l'oggetto misterioso. Che altro non è se non una mini-sporta (termine ancora più arcaico di bordeaux) che si ripiega a formare un borsellino.


L'utilità del rispolvero: non è necessario riporla in un mobile ma può soggiornare nella borsa in attesa di utilizzo, senza dare alcun fastidio.

E voi, quali vecchi oggetti in disuso amate?


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domenica 18 ottobre 2015

Colori d'autunno

Quando ho iniziato a leggere modaperprincipianti.com  (che a dispetto della prima impressione che il nome può dare, contiene riflessioni e pensieri profondi, delicati e gentili) ho scoperto una giungla di complicazioni e fisime femminili. Che sono anche mie, ma che ho sempre evitato, sorvolato, parcheggiato.
Però la donna è donna e in realtà riflettere sulle personali fisime non è tutto questo gran male. Anzi. Leggerne poi, ti porta a identificarle, chiamarle con un nome comune. Perchè se non bastassero le forme (del corpo, del viso) noi dobbiamo litigare anche con i colori!
Dobbiamo scoprire a che stagione (e sottostagione) apparteniamo per scoprire che colori ci stanno bene. O viceversa scoprire che colori ci stanno bene per capire a che stagione apparteniamo. Definire il tono e il sottotono della pelle, il colore delle vene del polso, il colore dei capelli e degli occhi. O in alternativa chiedere a chi queste cose le sa fare e aspettare il responso. Devo confessare che ci ho provato e non ci ho capito nulla. Devo confessare di aver dovuto rivedere la mia reale conoscenza dei colori da un ottimo ad una sufficienza scarsa. Ma sono certa di una cosa: comunque si chiamino, a me piacciono i colori autunnali. Marroni, gialli spenti, aranci ruggine, verdi e verdoni, grigi, rossastri, bluastri e azzurrognoli.
E poi, non preoccupatevi di buttare via i colori sbagliati, basterà spegnerli, accenderli, sfumarli, ombreggiarli o "tagliarli" con i colori giusti ;-P

sabato 17 ottobre 2015

Cub(cass)etto: un portabiancheria fai da te

Stranamento ho l'armadio in ordine. Meno stranamente sto  traslocando cose da un punto all'altro della casa. Ragion per cui non ho più un comodino ma un tavolino. Ragion per cui le mie mutande non avevano una collocazione precisa.
Così ho fatto un cubo contenitore rivestito di stoffa da inserire in uno dei tre scomparti dell'ordinatore per armadio.


 Per farlo servono

-una scatola di cartone delle misure giuste (ovvero quelle del vano contenitore) o in alternativa un pezzo di cartone per costruirlo;
-un pezzo di stoffa da cui ricavare 4 pezzi larghi quanto il lato del cubo (in realtà poco di più per evitare di farlo troppo stretto) e lunghi il doppio dell'altezza e 1 pezzo che sarà la base;
-ago e filo o macchina da cucire
-10 minuti del vostro preziosissimo tempo per tagliare e assemblare.



In pratica dovrete cucire i lati corti dei pezzi più lunghi alla base quadrata appoggiando la stoffa dritto contro dritto. Ne ricaverete una croce. Poi cucirete insieme i lati lunghi adiacenti partendo dal margine superiore fino ad arrivare all'angolo delle base. Otterrete un parallelepipedo privo di un lato piano.
Infine, poggiate la base all'interno della scatola e risvoltate i lati sull'esterno.

Buon Riciclo!

venerdì 16 ottobre 2015

Lista #15: 7 buoni motivi per smettere di fumare

Questo è il terzo giorno che non fumo. Se vi chiedete come si fa a smettere vi dico che i metodi sono due:
-finisci il pacchetto e non ricomprarle
-butta il pacchetto e non ricomprarle.
Anche se non si può dire di aver smesso dopo appena 3 giorni.
Una volta ho smesso dopo aver letto un libro. Che non è il famosissimo "è facile smettere di fumare se sai come fare" che invece mi ha fatto apprezzare anche di più il tabacco. E' un librino un po' zen. La verità vera è che a me piace, ma esagero. E a me non piace perdere il controllo sulle cose e su me stessa.
Comunque la realtà è che non ho veri e propri desideri di sigaretta. Nè crisi d'astinenza. Nè particolari nervosismi in corso. Anzi, tutto il contrario. Però mi rendo conto che in alcuni momenti, se non ci pensassi troppo, fumerei. Per una questione di associazione. Come se accendere una sigaretta fosse la cosa naturale in certi specifici momenti. E non sto parlando del dopo caffè!
Mi capita:
- guardando una partita di basket a casa
- quando esco da un negozio
- quando acquisto qualcosa
- quando finisco di fare qualcosa
- prima di andare a dormire.
La lista potrebbe allungarsi ma devo verificare alcune situazioni.
La cosa più positiva del non fumare è quella di poter tenere la finestra chiusa senza rischiare la nebbia fitta in soggiorno.
Se pensate di mangiare di più non è detto. Io mangio più cose, assecondando la fame man mano, ma le quantità sono invariate perchè distribuite su una arco di tempo superiore. In pratica anzichè abbuffarmi in 3 pasti, mangiucchio in almeno 6 pasti.

Comunque queste sono le osservazioni/motivazioni.

Se vuoi sentirti meno gonfia
Strano ma vero, per una cosa che è considerata un pò un lassativo. Il mio intestino sembra funzionare anche meglio questi giorni.

Se vuoi sentire meno freddo
Ho i piedi e le mani fredde, nelle stagioni fredde e medie. In pratica sempre. O quasi. Ora che è arrivato l'autunno e casetta si è già sfreddata sarà la finestra chiusa più a lungo, o sarà l'assenza di tabacco?

 Se vuoi i capelli puliti più a lungo 
In questo momento ho i capelli lunghi. Mooolto lunghi per i miei gusti. Ma non li avevo da tanto e avevo un pò di nostalgia. I miei capelli trattengono l'acqua, così dopo la doccia devo asciugarli più volte con l'asciugamano e con l'asciugacapelli. E non è che ne ho voglia tutti i giorni. In genere al secondo giorno, sopratutto fumando al chiuso, è come se avessero una patina grassa. Ma questi ultimi giorni sembrano lisci e morbidi. E profumano ancora.

Se vuoi sentire la tua mente più sveglia
 Leggo, scrivo, rifletto. I pensieri sono fluidi e sensati. Ho l'impressione di essere meno melodrammatica del solito!

Se soffri di allergie
Ho una congiuntivite allergica, ormai cronica, da quando avevo 12 anni. All'inizio erano i pollini di graminacea (ragion per cui dovrei evitare anche alcuni alimenti). Poi la parietaria. Che è una pianta pirata, la trovi dappertutto in qualsiasi stagione. Gli antistaminici e gli altri farmaci la mia congiuntivite se li mangia in un sol boccone. Ma se vuoi dire stop al prurito il mio consiglio è: non riempire la casa, e quindi anche le lenzuola, di microresidui di una combustione.

Se vuoi ridurre le occhiaie
Ho questi due segni bluastri da quando sono nata. Mi hanno sempre accompagnato. Le ho odiate per un periodo abbastanza lungo ma ora no. Non mi piacciono ma fanno parte della mia faccia. E io neppure mi trucco. Ma se vuoi vederle attenuate smettere di fumare può fare la sua parte.

E infine, l'aspetto migliore, quello per cui varrebbe la pena smettere-ricominciare-smettere per un periodo eterno, perchè vale solo per un periodo limitato di tempo.

Se vuoi avere una scusa per:
(attenzione lista nella lista)

-essere cafona con qualcuno-
-mangiare l'impossibile-
-fare acquisti sconsiderati-
-evitare persone e situazioni-

Anche se siete persone estremamente buone, corrette, precise o semplicemente soggette ai sensi di colpa, dimenticatevi della persona che eravate. I sensi di colpa non vi sfioreranno nemmeno, non chiederete scusa, smetterete di giustificarvi.
Godetevi la liberazione finchè dura!


giovedì 15 ottobre 2015

La prima impressione

Circa 9 anni fa partivo per la prima esperienza lunga spagnola, in una cittadina talmente a ovest da avere, alle 8 del mattino, un cielo così scuro che si vedevano le stelle (pure quelle cadenti!). A parte l'ovvia destabilizzazione iniziale, il lato positivo era, al contrario, la fine della giornata. Talmente prolungata da dare l'impressione, ma anche la reale possisibilità, di avere abbastanza tempo per tutto. Ottimismo puro!
Chi non ha vissuto con un'ora e passa in più di luce la sera, rispetto l'abitudine solita, avrà qualche difficoltà a capire.
Oltre andare a mangiare fuori cose buonissime, un'altra cosa che ho fatto spesso in Spagna, anche nelle successive esperienze, è acquistare capi di abbigliamento e calzature. Tutte cose che li potevo permettermi con poco pochissimo. Molte delle cose che uso tuttora vengono da negozi come Bershka, Stradivarius, Blanco, Mango, ma anche dal settore abbigliamento del Corte Ingles e da qualche negozio più locale e meno catena nazionale. Zara invece l'ho sempre trovata troppo seriosa. In Spagna ho conosciuto "Hache e Eme" (che continuo a chiamare aceeeme) ovvero la svedesissima H&M con la fantastica spagnolizzazione della sigla.
Abituata ad altro, notavo come i prezzi fossero mediamente 1/3 inferiori (anche per marchi più internazionali) e la qualità, dei materiali, delle finiture, mediamente superiore. La cosa che poi mi sorprendeva di più era la presenza di colore anche d'inverno, mentre qui sembra un tabù se si fa eccezione per due colori generalmente scuri di scelta annuale. E poi una cosa per me mai vista: la facilità delle sostituzioni e la restituzione del denaro O_O.
Due giorni fa scopro che Bershka è sbarcata anche qui, nella mia mente passano i ricordi della via dei negozi della cittadina suddetta con i microaspersori per le giornate di caldo infernale. E sento il richiamo della foresta che mi porta su, veloce, dentro il negozio. Non ho neppure varcato la soglia che mi osservo allo specchio mentro indosso un giubbino in fintapelle (odio il termine ecopelle*, perchè non è eco per nulla), escludo il nero a priori, provo la tonalità cammello, torno alla marrone e procedo alla cassa rapita da chissà quale forza. Nel giro forse di 10 minuti ho una busta con dentro un giubbotto.
Io.
Io!
Io, che ci penso mille volte.
Io, che avevo detto: mai più finta pelle, meglio quella vera che dura un sacco, mai più catene di negozi che sfruttano la manodopera, che inquinano, meglio il piccolo artigiano locale (ma poi è veramente meglio??) ecc ecc.
Ieri ho fatto le prove con tutto quello che ho nell'armadio, estivo e invernale. La sera son tornata al centro commerciale pensando di cambiare il marrone con il cammello, oppure con un cappottino che avevo visto sul sito internet, ma me ne sono andata, indecisa sulla prima impressione, con il marrone nella busta con il cartellino ancora attaccato. Che non è mica la Spagna, qui devi riportare il capo intonso e con lo scontrino e restituzioni in denaro non se ne fanno proprio!


ps: il giubbotto in finta pelle ha un leggero aroma di pelle vera. Un odore piacevole che secondo me è legato al mio acquisto impulsivo (complotto!) O_O

*Una precisazione riguardo l'ecopelle: per quanto il termine sia spesso utilizzato per indicare la pelle finta in realtà pare sia stato assegnato per indicare solo la vera pelle lavorata con processi ecocompatibili. Se volete approfondire questo è un articolo interessante >> Cos'è l'ecopelle: finta pelle o vera pelle?

venerdì 9 ottobre 2015

Questione di orientamento

Quando vivi a metà tra due case, due letti, due frigo hai bisogno di un paio di punti fermi. Quando la mattina ti svegli e ti aspetti di veder provenire la luce da una certa direzione e invece non va così, hai bisogno di qualcosa di consolatorio, di una stella polare che ti orienti. Di qualcosa che ti faccia dire casa. A volte è un libro, a volte un gatto,a volte un rito.
Per casetta ho scelto due cose: una pianta e una mappa.

Signora piantina è una Sansevieria trifasciata. Resiste a tutto, anche ad un salone poco luminoso. E mi sa di vita. La mappa è di Roma, recuperata nel garage. Quell'intrico di strade sembra dire tu sei qui. Non a Roma, ovviamente, dove non ho mai vissuto. Ma la sensazione è quella che provo quando in una città sconosciuta trovo uno stradario che mi indica dove sono. Non conosco i nomi delle strade, ne la zona però quel tu sei qui apre uno spiraglio di speranza nel mio essere disorientato.
 Mi sveglio la mattina, guardo la mappa, guardo la pianta e mi sento a casa.