martedì 16 dicembre 2014

Cose dell'altro mondo: la cazza ladra

La cazza ladra è il soprannome che gentilmente mi ha dato un amico perchè ho l'abitudine di raccogliere oggetti perduti, al chiuso e all'aperto, e farli miei nel mio nido di accumuli. La cazza ladra, negli anni, ha fatto sue: sciarpe e pashmine, collane e bracciali, un reggiseno (caduto dall'ultimo piano direttamente sui fili per stendere, so che in molti non approverebbero per igiene, schizzinoseria ecc ma non solo era della mia taglia mi stava perfetto :DDD), un paio di adidas da Cenerentola in un parcheggio (ho il piede piccolo posso competere con chiunque), un paio di guanti di lana Moschino e molto altro...
La cazza ladra racatta, accumula e utilizza cose, ma nel periodo in cui sto cercando di ridurre all'indispensabile, mentre sono in corso azioni di decluttering, sistematizzazione, ottimizzazione, razionalizzazione dei beni semplicemente non sta bene farlo.
L'indispensabile è tra l'altro una quantità variabilissima e dipende dal soggetto: la mia quantità indispensabile è molto più moderata che per altri e sarà sicuramente superiore ad altri ancora. Per intenderci il mio livello di indispensabile può essere paragonato alle cose che starebbero in una valigia per un viaggio breve: 2/3 pantaloni fedeli, 2/3 gonne e uno o due vestiti forse, maglie magliette maglioni cardigan secondo stagione, 2/3 paia di scarpe per l'inverno, 2 paia di sandali per l'estate.. Tutto questo starebbe in metà armadio!
Trovati per strada: foto 1 guanti con fiori ricamati, foto 2 cuffia grigia
(tenete gli occhi aperti: per strada si trovano cose interessanti!)



Ovviamente non arriverò mai a questi livelli di efficienza...
Ho notato che le persone sono meno propense a prendere di quanto lo sono a dare. Dove dare significa perlopiù liberare spazi a casa propria e non donare qualcosa a cui ancora teniamo anche se non lo indosseremo più. O forse è una mia fissa, un mio personalissimo piacere, quello di utilizzare cose che hanno una storia e un percorso più lungo di quello fabbrica-negozio classico..
Alla fine questo è il motivo per cui frequento i negozi dell'usato, o partecipo alle giornate del baratto...
Queste ultime hanno il vantaggio di liberare spazio mentre lo si riempie di nuovo e dunque mantenere costante l'ingombro, ma... mi sono resa conto di non avere poi tanto da scambiare :-O
Succede infatti che ogniqualvolta smetto di usare qualcosa di stoffa/lana/cotone/acrilico tutto ciò finisce nell'armadio 6 stagioni di mia madre che è pozzo quanto me: a volte le usa lei queste cose e a volte no però me le custodisce nel suo armadio profumato di buono che quando decido di riprenderle è un piacere oltre che una nuova scoperta!!!
Ecco, per questo motivo ho poche cose da scambiare, perchè le cose che non uso possono tornare nei miei favori e quello che veramente non userò mai più è troppo logoro o troppo, davvero troppo brutto per essere presentato. Vincere quella sensazione di "magari lo riuserò in futuro" è la chiave per separarmi dalle cose. In ogni caso tutti i gusti sono gusti, e la percezione di "vecchio" è estremamente soggettiva,  così nelle mie due giornate di baratto sono riuscita a dar via alcune cose in maglia e ho compensato sopratutto con magliette e pantaloni in modo abbastanza bilanciato 9 pezzi lasciati Vs 10 pezzi presi.
Mi fa un bell'effetto vedere quello che lascio addosso a qualcuno che non sono io, un senso di utilità restituita! Solo, la prossima volta farò una foto ricordo (nostalgica nonostante tutto!!!)







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