giovedì 15 ottobre 2015

La prima impressione

Circa 9 anni fa partivo per la prima esperienza lunga spagnola, in una cittadina talmente a ovest da avere, alle 8 del mattino, un cielo così scuro che si vedevano le stelle (pure quelle cadenti!). A parte l'ovvia destabilizzazione iniziale, il lato positivo era, al contrario, la fine della giornata. Talmente prolungata da dare l'impressione, ma anche la reale possisibilità, di avere abbastanza tempo per tutto. Ottimismo puro!
Chi non ha vissuto con un'ora e passa in più di luce la sera, rispetto l'abitudine solita, avrà qualche difficoltà a capire.
Oltre andare a mangiare fuori cose buonissime, un'altra cosa che ho fatto spesso in Spagna, anche nelle successive esperienze, è acquistare capi di abbigliamento e calzature. Tutte cose che li potevo permettermi con poco pochissimo. Molte delle cose che uso tuttora vengono da negozi come Bershka, Stradivarius, Blanco, Mango, ma anche dal settore abbigliamento del Corte Ingles e da qualche negozio più locale e meno catena nazionale. Zara invece l'ho sempre trovata troppo seriosa. In Spagna ho conosciuto "Hache e Eme" (che continuo a chiamare aceeeme) ovvero la svedesissima H&M con la fantastica spagnolizzazione della sigla.
Abituata ad altro, notavo come i prezzi fossero mediamente 1/3 inferiori (anche per marchi più internazionali) e la qualità, dei materiali, delle finiture, mediamente superiore. La cosa che poi mi sorprendeva di più era la presenza di colore anche d'inverno, mentre qui sembra un tabù se si fa eccezione per due colori generalmente scuri di scelta annuale. E poi una cosa per me mai vista: la facilità delle sostituzioni e la restituzione del denaro O_O.
Due giorni fa scopro che Bershka è sbarcata anche qui, nella mia mente passano i ricordi della via dei negozi della cittadina suddetta con i microaspersori per le giornate di caldo infernale. E sento il richiamo della foresta che mi porta su, veloce, dentro il negozio. Non ho neppure varcato la soglia che mi osservo allo specchio mentro indosso un giubbino in fintapelle (odio il termine ecopelle*, perchè non è eco per nulla), escludo il nero a priori, provo la tonalità cammello, torno alla marrone e procedo alla cassa rapita da chissà quale forza. Nel giro forse di 10 minuti ho una busta con dentro un giubbotto.
Io.
Io!
Io, che ci penso mille volte.
Io, che avevo detto: mai più finta pelle, meglio quella vera che dura un sacco, mai più catene di negozi che sfruttano la manodopera, che inquinano, meglio il piccolo artigiano locale (ma poi è veramente meglio??) ecc ecc.
Ieri ho fatto le prove con tutto quello che ho nell'armadio, estivo e invernale. La sera son tornata al centro commerciale pensando di cambiare il marrone con il cammello, oppure con un cappottino che avevo visto sul sito internet, ma me ne sono andata, indecisa sulla prima impressione, con il marrone nella busta con il cartellino ancora attaccato. Che non è mica la Spagna, qui devi riportare il capo intonso e con lo scontrino e restituzioni in denaro non se ne fanno proprio!


ps: il giubbotto in finta pelle ha un leggero aroma di pelle vera. Un odore piacevole che secondo me è legato al mio acquisto impulsivo (complotto!) O_O

*Una precisazione riguardo l'ecopelle: per quanto il termine sia spesso utilizzato per indicare la pelle finta in realtà pare sia stato assegnato per indicare solo la vera pelle lavorata con processi ecocompatibili. Se volete approfondire questo è un articolo interessante >> Cos'è l'ecopelle: finta pelle o vera pelle?

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